La ricetta del cavolfiore al forno è quanto di più basico (e di più vegano) che possa esserci, ma è anche una delle ricette più gustose che ho provato negli ultimi tempi. Non è mia, l’ho scovata nella pagina Facebook Cool Israel che spesso posta ricette tradizionali e non. Il cavolfiore al forno è una specialità dello Chef Eyal Shani che ha fatto il giro del mondo, fino a diventare una delle ricette preferite del sito Food 52 che frequento sempre molto volentieri per spunti soprattutto in questo momento in cui sono alla ricerca di cose nuove e particolari.
Risulta essere ovvio che bisogna amare il cavolfiore, dal momento che questa ricetta ce lo propone in totale purezza senza l’aggiunta di besciamelle e ammennicoli vari di solito volti a mascherane il sapore che, si sa, o si odia o si ama. Fondamentale, naturalmente, la materia prima, pertanto è necessario fare uno sforzo e recarsi da un fruttivendolo “comme il faut” e comprare un cavolfiore fresco, sodo e bianco come il latte, anche se vi costerà come un figlio in collegio. Per il resto tutto sta nell’azzeccare le due cotture in modo che il cavolfiore al forno sia croccante nelle parti esterne e morbido come il burro all’interno.
Ingredienti
1 cavolfiore di medie dimensioni
3 cucchiai di olio di oliva
Acqua minerale
Sale nella misura di 10 grammi per litro di acqua
Procedimento
Togli dal cavolfiore tutte le foglie esterne (se è fresco e le foglie intere puoi sbollentarle per pochi minuti e in seguito buttarle in acqua ghiacciata ed usarle poi per guarnizione), lavalo con attenzione in modo da non rovinarlo e mettilo in una pentola abbastanza grande per contenerlo senza che tocchi i bordi. Copri con l’acqua minerale (non gassata…) fino a tre quarti, sala e portalo a bollore. Cuoci per circa 10 minuti, ma prova la cottura con una forchetta: i tempi variano a seconda della dimensione del cavolfiore. Deve essere morbido, ma non sfatto. Adesso viene il difficile perché devi trasferirlo senza danneggiarlo; io ho usato un ragno grande da frittura e l’ho fatto scolare una decina di minuti in uno scolapasta, poi, con un numero da circo non indifferente, l’ho posto su una teglia, leggermente spennellato di olio e l’ho infornato 220 gradi fino a doratura, senza disdegnare una botta di ventilato. Il cavolfiore al forno deve essere servito caldo bollente; la ricetta dice di separare le cime, ma io ho preferito portarlo in tavola intero e, i vegani mi perdoneranno, l’ho irrorato con una voluttuosa colata di burro fuso.